Mi chiamo Angela, ho 42 anni, lavoro nel tessile da 20 anni, ma la mia più grande realizzazione è nella famiglia. Sono sposata ed ho tre figli… loro sono per me lo stimolo continuo a migliorare, a mettermi in discussione, ad accettare i miei limiti e sfruttare le mie capacità.
Qualche anno fa, casualmente ed improvvisamente, ci siamo ritrovati ad accudire i miei zii con problemi di demenza. E’ stata un’esperienza che ha sconvolto tutta la famiglia e soprattutto me, ho vissuto la paura, lo sconforto, il disagio e mille altri sentimenti contrastanti: più loro si “allontanavano” da noi più io mi affezionavo a loro. Ad un certo punto mi sono vista persa ed ho cercato aiuto. Ho trovato risposte nell’associazione, ho frequentato il corso per volontari che mi ha permesso di conoscere meglio questa malattia, ho accettato la malattia e ho provato a camminare sul filo delle emozioni…
Oggi i miei zii non ci sono più, io continuo a ritagliarmi del tempo da trascorrere con gli amici dell’associazione perché mi fa stare bene, cerco di essere d’aiuto con un semplice sorriso, con la presenza, con la condivisione, perché a mio avviso chi vive questa malattia spesso si sente solo e abbandonato.
Da questa esperienza ho imparato che chiedere un aiuto è già un aiuto.